Giuseppe Tondello - (Padova 17/05/1938 - ivi 22/08/2025)
E’ con grande rammarico che comunichiamo la scomparsa del prof. Giuseppe Tondello, uno dei padri fondatori del CISAS (Centro di Ateneo di Studi e Attività Spaziali “Giuseppe Colombo”).
Il prof. Tondello (Pino per gli amici) ha iniziato la sua attività scientifica studiando la fisica del plasma nel 1968-69 a Culham (UK), con una borsa di studio dell’ESRO (European Space Research Organization), e negli anni 1970-71 presso il Center for Astrophysics di Harvard (US); dopo essere rientrato a Padova, dal 1980 è stato professore ordinario fino al 2010. Grazie alle sue competenze nel settore, fu coinvolto nella realizzazione dell’UltraViolet Coronagraphic Spectrometer a bordo del satellite SOlar and Heliospheric Observatory: UVCS fu il primo strumento realizzato grazie ad una collaborazione NASA-ASI, e SOHO fu una delle prime missioni spaziali realizzate con il contribuito anche dell’università di Padova. Negli anni 1988-1990 fu membro del Solar System Working Group dell’ESA, dove ebbe modo di contribuire alla programmazione della futura osservazione spaziale dell’Agenzia.
A seguito di queste esperienze, assieme ad altri colleghi padovani, propose la creazione di una nuova struttura di Ateneo, il CISAS appunto, in grado di unire sinergicamente le competenze di vari dipartimenti per supportare da un punto di vista scientifico e tecnologico il settore emergente delle attività spaziali, principalmente per l’esplorazione del sistema solare.
Per molti anni, fino al 2001, è stato membro di vari comitati scientifici per lo spazio (SSWG dell’ESA, Consiglio Scientifico dell’ASI, SSAC dell’ESA) per poi ricoprire ruoli apicali in Ateneo. Ha comunque sempre contribuito attivamente alla proposta e realizzazione di vari strumenti per lo spazio, tra i quali menzioniamo OSIRIS, la camera di imaging della missione Rosetta, e lo strumento Metis, il coronografo multispettrale a bordo della missione Solar Orbiter.
Pino sarà comunque ricordato non solo per il suo acume scientifico, le sue capacità organizzative e il suo enorme contributo allo sviluppo di strumentazione spaziale per l’osservazione del sistema solare in Italia e a Padova in particolare, ma anche per la sua cordialità, la sua amicizia e l’allegria che lo ha reso un compagno di avventure di vita oltre che scientifiche per tutti noi.